Il Giornalino dell'anno 2018 - La leggenda Rosso Azzurra: 63 anni, 16 palii, 6 campioni
Per decenni Porta Romana ha orgogliosamente mostrato il Palio per i migliori costumi che venne assegnato solo nella prima edizione del 1955. Lo fa ancor oggi, con lo stesso spirito, anche se il salone dei Palii è molto più affollato rispetto a quando quel cimelio serviva per ... allungare la lista. La storia di quel Palio è anche la storia del Sestiere e della Quintana. Era il 1955, non c'era la certezza che la Quintana si sarebbe ripetuta l'anno dopo. Invece, smentendo tutti, vennero tagliati i traguardi del Decennale e del Ventennale. Per il Trentennale (1984) tornarono a vestirsi i vecchi sbandieratori rossoazzurri. Con il loro maestro Danilo Ciampini,si esibirono in Piazza del Popolo. Non esistevano le gare e non c'era l'assillo di regolamenti e classifiche. A festeggiare il Ventennale (1974) ci aveva invece pensato l'Ascoli Calcio che conquistò la prima serie A, tanto che sul palio vinto quell'anno da Sant'Emidio c'è un piccolo stendardo a scacchi bianchi e neri dove la scelta dei colori dell'artista Carboni non fu casuale. Nel 1994 il Quarantennale con Giostra speciale il 17 Luglio. Al mattino musici e sbandieratori furono costretti a fare le prove al Campo dei Giochi. Si sfioravano i 40 gradi: una sorta di rappresaglia. Nel pomeriggio i gradi salirono a 42, la città era deserta, la gente non capiva bene cosa stesse succedendo. Con il Cinquantennale (2004) Porta Romana a luglio festeggiò il terzo palio consecutivo: non era mai accaduto. A parte quello dei costumi, risalgono agli albori (1956 e 1960) i primi due palii, ma per gioire ancora ci volle il blitz di Gino Ricci (1965) e poi l'avvento di Massimo Montefiori che in dote lasciò i Palii del 1980, 1981, 1988.
Nel 1981, al momento della consegna, il drappo non si ritrovava, ma era solo uno dei tanti "scherzi quintanari". Era un'altra Quintana: altro spirito, grande rivalità, goliardia, amicizia, rispetto.
Parole che le nuove generazioni conoscono attraverso i racconti di genitori e nonni. Si festeggiò con panini e porchetta, ma questo avvenne dopo un mese e nessuno si ricordava più nemmeno perchè si faceva festa. Nel 1981 il bis di Montefiori. La Giostra del 1982 fu invece segnata dalla morte di Iva (infortunio durante la Giostra). Per Porta Romana fu un svolta. Negativa. Un duro colpo che fece sfumare a Montefiori la possibilità di inanellare una striscia di vittorie sulla scia di quelle conquistate da Marcello Formica (Solestà) e Gianfranco Ricci (Sant'Emidio). Si riscattò nel 1988, complice la "fatal caduta" dell'amico-nemico Ricci all'ultima curva. Altro salto di 15 anni e nel 2003 c'è l'exploit di Emanuele Capriotti, che ha avuto il merito anche di smentire prima chi pensava che non avrebbe mai vinto ad agosto e poi chi credeva che fosse ai titoli di coda quando nel 2013 il colpo di coda lo dette lui con un "cappotto" da zittire amici e nemici.
Ha alzato al cielo 8 Palii, gli stessi di Formica e Ricci i quali, se fossero stati eterni, con le doppie giostre ne avrebbero vinti una trentina ciascuno. Curioso l'anedoto legato al bis del 2005. Massimiliano Ciarmela, fido staffiere di Emanuele, si giocò i numeri 17 e 62: il punteggio (1.762) con cui aveva vinto sia a Luglio sia ad Agosto. Questi numeri uscirono. E dopo Capriotti? Si riparte da capo con un ragazzo tanto grosso quanto caparbio. Si chiama Fabio Picchioni, è di Terni, ha 23 anni, conosce Ascoli solo sulla cartina geografica e della Quintana ha sentito parlare i cavalieri più vecchi di lui. Arriva e al primo tentativo si porta a casa un secondo posto e una vittoria. Due secondi posti l'anno scorso. Media impressionante. Un talento.
A 25 anni il futuro è nelle sue mani.

di Andrea Ferretti